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Attenzione alle chiavette USB nei muri

Sta circolando in giro un video che mostra una chiavetta USB in un muro: cosa farci?
Ci sono molte risposte, e ne vedremo qualcuna, ma sicuramente è chiaro: NON dovete usarla, ovvero inserirla da qualsiasi parte (non solo PC, Tablet ma anche stampante, auto, o in qualsiasi posto dove potreste infilarla).

Ve lo spiego in parole semplici con alcuni esempi: 20 anni fa parlavo con un tecnico che si occupava di sicurezza e mi diceva che era prassi, per entrare nelle reti di un’azienda – ma oggi anche la nostra rete di casa può far gola – la cosa più semplice era seguire il venerdì sera gli impiegati e andare nel bar dove prendevano l’aperitivo e lì, abbandonare una chiavetta nel bagno. Con una probabilità che rasentava la certezza, la chiavetta sarebbe stata raccolta e infilata in un PC. E sappiamo che nelle chiavette ci può stare qualsiasi cosa.

L’istinto di infilarla è per noi primordiale, come quando troviamo qualche cibo che non conosciamo: lo annusiamo, lo tastiamo, lo assaggiamo. Più andiamo avanti nell’età e nell’esperienza, più assumiamo un atteggiamento cauto nei confronti di questi comportamenti che consideriamo tipici dei bambini.
Ma informaticamente la maggior parte di noi è ancora un bambino, e tocca, prova, fa, inconsapevole dei rischi, anche perché non c’è un genitore che lo mette in guardia.

Quelli un po’ più esperti magari lo fanno con cautela, spinti dalla buona fede pensando che, tra i contenuti di quella chiavetta, si possa risalire al proprietario per riportargliela, immedesimandosi in quest’ultimo, perché ci è capitato di perdere, se non una chiavetta, almeno un documento e la voglia di essere il prode salvatore fa il resto.

È capitato anche a me, una decina di anni fa. Fuori dall’ufficio ho trovato a terra una chiavetta. Per prima cosa l’ho messa sopra la cassetta delle lettere pensando che, se c’era qualcuno che l’aveva persa, ritornando sui suoi passi, l’avrebbe ritrovata. Dopo 3 giorni, la chiavetta era ancora lì.
A quel punto, colto dalla curiosità e dallo spirito di buon samaritano, decido di vedere il contenuto. NON uso il mio PC, ma una macchina dedicata (la chiamavamo il “getto” perché era isolata da tutto e veniva riformattata ad ogni utilizzo) e ho cominciato a vedere il contenuto.

Mi sono trovato di fronte a delle immagini pedopornografiche, o meglio ce n’erano almeno 2 e tanto è bastato per prendere la chiavetta incriminata e andare dalle forze dell’ordine per denunciare il fatto. Perché se buon samaritano dev’essere, che buon samaritano sia.

Sapete cosa ha fatto l’addetto appena gli ho portato la chiavetta spiegandogli la situazione? L’ha infilata bellamente nel PC sul quale stava compilando la mia denuncia. (ma questa parte meriterebbe una storia a sé).

Noi, organizzando il DSF, vorremmo che le persone sapessero come gestire queste situazioni. Non si accettano caramelle dagli sconosciuti, non si mette in bocca tutto quello che si trova e NON SI USANO le chiavette di dubbia provenienza. MAI.

Quindi se trovate una chiavetta in un muro, per terra, nella vostra borsa o sul tavolo dell’ufficio avete due scelte: la considerate un oggetto smarrito e la portate alle forze dell’ordine facendo la debita denuncia (e lasciando a loro la verifica del contenuto – che sicuramente dopo 10 anni hanno imparato anche loro i rischi che si corrono) oppure, se nessuno si fa vivo per recuperarla, potreste distruggerla, per evitare che qualcuno con meno attenzione di voi possa farsi del male.

Articolo di Luigi Gregori

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