Gabriele Gobbo sul cyberbullismo: I nostri ragazzi non sono “nativi digitali” ma “inconsapevoli del digitale”

In una recente puntata di Radio Security, Gabriele Gobbo, co-founder del DSF e noto divulgatore della cultura digitale, è stato ospite del live show in streaming organizzato dall’associazione DISCyber, che raccoglie molti esperti italiani di sicurezza digitale, per parlare di cyberbullismo e sicurezza online in famiglia. Intervistato dalla dott.ssa Carmen Iunco, ha offerto diversi spunti sull’importanza dell’educazione digitale, sottolineando la necessità di una maggiore consapevolezza tra i giovani e i loro genitori.

Durante l’intervista, Gobbo ha subito sfatato il mito dei cosiddetti “nativi digitali”, spiegando che, nonostante l’apparente abilità dei ragazzi nell’uso degli smartphone, manca loro una comprensione profonda del mondo digitale.

«Sanno usare i dispositivi con destrezza, ma ignorano l’etica, i rischi e le normative che regolano questo mondo»

ha osservato, mettendo in evidenza come tale mancanza di consapevolezza possa portare a conseguenze serie. Un esempio? Chi scatta e diffonde foto inappropriate senza comprendere le implicazioni legali e psicologiche di tali azioni.

«Se un ragazzo scatta una foto sotto la gonna di una compagna e la diffonde, sta commettendo un reato»

ha sottolineato, evidenziando la pericolosa inconsapevolezza che caratterizza molti giovani utenti. Tuttavia, questi giovani potrebbero non essere direttamente la causa dell’ignoranza, che andrebbe ricercata a monte, ossia in famiglia, dove si deve insegnare il bene e il male in tutte le sue forme, sia per quanto riguarda la vita fisica che quella online, ormai divenute un tutt’uno.

Un aspetto centrale del discorso è stato il ruolo, spesso sottovalutato, dei genitori. Secondo il divulgatore, molti adulti non sono preparati a gestire l’educazione digitale dei propri figli, poiché essi stessi non comprendono pienamente le dinamiche del mondo online. «A volte sono genitori che, fino a ieri, erano presi da attività online superficiali come le foto all’aperitivo, e oggi si trovano a dover affrontare un mondo digitale che non conoscono a fondo».

Al DSF ragazzi con sete di conoscenza, anche sul cyberbullismo

Gobbo ha poi condiviso un episodio significativo del Digital Secret Festival, evento di cui è co-organizzatore. Durante una delle edizioni, un intervento della Polizia Postale e uno dell’on. Federica Zanella, promotrice della legge Codice Rosso, hanno rivelato ai giovani partecipanti che le azioni online possono avere conseguenze legali reali, stimolando in loro un nuovo interesse per la sicurezza digitale. «Ho visto nei ragazzi una sete di conoscenza quando hanno capito l’importanza delle loro azioni nel mondo digitale», ha affermato.

Infine, l’esperto di tecnologia e digitale ha lanciato un accorato appello ai genitori e agli educatori, esortandoli a non lasciare soli i propri figli in questo complesso universo digitale. «È fondamentale guidare i ragazzi fin da piccoli, per prepararli a navigare in un mondo dove il digitale non è più un’opzione, ma una realtà in cui viviamo quotidianamente», ha concluso, ribadendo l’urgenza di un’educazione digitale consapevole e responsabile.

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