Gabriele Gobbo interviene sul tema: “Dai prompt injection ai Sonnambuli Digitali, serve una nuova consapevolezza”
Con il lancio di ChatGPT Agent da parte di OpenAI, il tema della sicurezza digitale entra in una nuova fase. Le intelligenze artificiali non si limitano più a generare contenuti, ma iniziano a svolgere azioni operative concrete: aprire file, modificare calendari, inviare messaggi, interagire con app e sistemi. In questo contesto, Gabriele Gobbo, vicepresidente del Digital Security Festival, propone una riflessione chiara: il vero rischio non è solo tecnico, ma umano.
«Abbiamo costruito assistenti digitali a cui consegniamo l’accesso alle nostre attività quotidiane, senza interrogarci davvero su chi altro potrebbe entrarci. La tecnologia pone il problema, ma la soluzione è nella nostra consapevolezza.»
Tra le minacce più discusse, il prompt injection permette di nascondere istruzioni dannose in pagine web o email, sfruttando l’automazione degli agenti AI. Ma per Gobbo il nodo non è il codice malevolo, bensì la nostra disponibilità automatica ad autorizzare tutto, senza verificarlo. È da questa osservazione che nasce il concetto di Sonnambulo Digitale: chi si abitua a delegare, smette di controllare e perde progressivamente la capacità di decidere.
Nel mondo aziendale, i rischi si moltiplicano. Un AI agent compromesso può accedere in autonomia a email, CRM, gestionali, calendari. Le conseguenze non si limitano alla perdita di dati, ma si spostano sul piano operativo: pagamenti errati, processi bloccati, decisioni automatizzate e incontrollate.
«Serve una cultura del rischio distribuita, un controllo umano sui nodi critici e una regia consapevole dell’automazione. Non bastano più le policy generiche. Bisogna strutturare il pensiero prima del processo.»
Gobbo conclude con una domanda fondamentale: chi prende davvero le decisioni? Se l’assistente diventa il protagonista, c’è il rischio che l’essere umano resti a guardare. E questo, oggi, è il vero terreno da presidiare.
L’edizione 2025 del Digital Security Festival, intitolata Universo Dato, affronterà anche questi scenari, mettendo al centro il rapporto tra automazione, controllo e responsabilità. Perché il futuro digitale non può prescindere dalla consapevolezza.