Gabriele Gobbo alla Camera dei Deputati per presentare il suo libro Digitalogia durante il DSF

“Il grande equivoco del nostro tempo è definire i giovani ‘nativi digitali’, quando in realtà sono spesso sonnamboli digitali“. Con questa provocazione il vicepresidente del DSF Gabriele Gobbo ha presentato il suo libro “Digitalogia – Non è un’epoca facile, ma è l’unica che abbiamo” nella prestigiosa Sala Matteotti della Camera dei Deputati. L’evento, inserito nel Digital Security Festival e aperto dalla lettura di un messaggio del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, ha portato una riflessione strategica sulla consapevolezza civica nell’era della connessione permanente davanti a un pubblico di esperti e istituzioni.

Il volume, come spiegato dall’autore, rifiuta il dibattito pro o contro la tecnologia, partendo dal presupposto che questa è l’unica epoca che abbiamo. La vera sfida è gestirla, imparando a disconnetterci non attraverso costosi “detox”, ma “all’italiana”: recuperando la convivialità e l’umanità quando si è a tavola o con i propri affetti, usando la tecnologia solo quando serve davvero.

La necessità di un’opera simile è stata ribadita con forza nella prefazione firmata da Marco Camisani Calzolari, che apre il suo intervento con un emblematico “Finalmente!”, sottolineando come nel panorama editoriale “mancava proprio un libro come questo: diretto, sincero, umano”. Camisani Calzolari evidenzia l’approccio dell’autore, capace di indicare strade concrete con una “lucidità rara” e forte di un’esperienza che lo ha reso, scrive, “una sorta di ChatGPT ante litteram”.

Altro contributo di peso quello del giornalista Tiberio Timperi, che ha elevato la discussione a un piano di coesione sociale. In un videomessaggio, ha definito il libro una guida indispensabile, paragonandolo al “Tuttocittà di quando negli anni ’80 non c’era il navigatore satellitare”, uno strumento essenziale per orientarsi in un territorio nuovo e complesso. Timperi ha poi ampliato la riflessione sul piano sociale, affermando la necessità di un “doppio binario”: da una parte la digitalizzazione, che è semplificazione e riduzione dei costi, dall’altra la salvaguardia del “contatto umano”, fondamentale perché “nessuno deve rimanere indietro”. Un principio di uguaglianza, ha ricordato, che non può obbligare nessuno a parlare solo con un chatbot.

Con la presentazione alla Camera, il percorso di “Digitalogia” compie un passo fondamentale. Un viaggio partito dal Friuli Venezia Giulia che, dopo aver toccato il cuore delle istituzioni a Roma, guarda ora al mercato internazionale con una localizzazione specifica per il pubblico statunitense dal titolo “Digitalosophy – An italian perspective on our digital age”.

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